Lotto N. 350
Giuseppe Antonio Fabbrini (1749 - 1799)
Ritratto virile in armatura con croce di Santo Stefano e drappo rosso
(1749-1799)
olio su tela, in cornice coeva in legno laccato e in parte dorato, alcuni difetti
cm 86,5x72
La seguente scheda tecnica dell'opera è stata realizzata dal Professore Sandro Bellesi nell'ambito dell'inventario dei dipinti della Fattoria Franceschini.
Il dipinto fa parte di un gruppo di tre opere, in buono stato di conservazione, che raffigurano personaggi vissuti nella seconda metà del XVIII secolo e forse ritratti dal vero, appartenenti alla famiglia Pitti, solo uno dei quali indicato con il nome sulla tela: Neri Pitti. I dipinti, di bella qualità esecutiva, risultano condotti con notevole perizia tecnica, come appare evidente dall'attenzione rivolta alla descrizione dei volti, alla cura riservata alle armature dai lucidi effetti metallici e, ancora, alla resa materica dei drappi scarlatti in seta.
Frutto di una cultura artistica raffinatamente eclettica legata soprattutto alle scuole francese e tedesca dell'ultimo quarto del Settecento, le tre opere furono realizzate con probabilità da Giuseppe Antonio Fabbrini, allievo a Roma di Anton Raphael Mengs, artista, nato nel 1749 a Firenze e ivi morto nel 1799, molto apprezzato dai granduchi Asburgo-Lorena.
Le tre opere saranno oggetto di studio in una pubblicazione di Sandro Bellesi.
Il dipinto fa parte di un gruppo di tre opere, in buono stato di conservazione, che raffigurano personaggi vissuti nella seconda metà del XVIII secolo e forse ritratti dal vero, appartenenti alla famiglia Pitti, solo uno dei quali indicato con il nome sulla tela: Neri Pitti. I dipinti, di bella qualità esecutiva, risultano condotti con notevole perizia tecnica, come appare evidente dall'attenzione rivolta alla descrizione dei volti, alla cura riservata alle armature dai lucidi effetti metallici e, ancora, alla resa materica dei drappi scarlatti in seta.
Frutto di una cultura artistica raffinatamente eclettica legata soprattutto alle scuole francese e tedesca dell'ultimo quarto del Settecento, le tre opere furono realizzate con probabilità da Giuseppe Antonio Fabbrini, allievo a Roma di Anton Raphael Mengs, artista, nato nel 1749 a Firenze e ivi morto nel 1799, molto apprezzato dai granduchi Asburgo-Lorena.
Le tre opere saranno oggetto di studio in una pubblicazione di Sandro Bellesi.