Arredi e Dipinti dall'antica Fattoria Franceschini, in parte provenienti da Villa I Pitti

Lotto N. 353

Luigi Maria Pitti
(1698 - 1767)

Autoritratto

(1698-1767)
olio su tela in ovale, in cornice coeva in legno laccato e in parte dorato, lievi difetti
cm 74x57
Reca iscrizione: Pitti Pittore effigiò se stesso
La seguente scheda tecnica dell'opera è stata realizzata dal Professore Sandro Bellesi nell'ambito dell'inventario dei dipinti della Fattoria Franceschini.
L'eccellente stato di conservazione mette in risalto la raffinatissima qualità dell'opera nella quale è raffigurato, fino all'altezza dei fianchi, un giovane pittore in atto di puntare una mano davanti a se stesso e di rivolgere lo sguardo all'esterno, ovvero verso uno o più astanti ideali. In base a un'iscrizione presente nella parte inferiore della tela è possibile riconoscere nel dipinto l'autoritratto di Luigi Maria Pitti, cavaliere di Santo Stefano, nobile dilettante di pittura. Figlio di Lorenzo Pitti e di Lisabetta Pieri, questi, battezzato con i nomi di Luigi Maria Gaspero, nacque nel popolo di Santa Felicita a Firenze nel 1698. Benché destinato dalla famiglia alla carriera militare, Pitti dimostrò fin dalla fanciullezza una buona propensione per la pittura tanto da indurre i genitori ad affidarlo alle cure artistiche di Ottaviano Dandini, figlio del più celebre Pietro, ultimo membro di una rinomata dinastia di pittori fiorentini. Se all'interno dell'atelier dandiniano, Luigi Maria dovette essere indirizzato all'utilizzo del pennello con il passare del tempo lo stesso si votò, secondo una moda molto diffusa nel corso del Settecento, all'esecuzione di ritratti a pastello, alcuni dei quali, oggi conservati nelle raccolte degli Uffizi, furono molto apprezzati dal granduca Gian Gastone de' Medici e dai patrizi locali. La morte di Luigi Maria Pitti avvenne nella città natale nel 1767.
L'opera, l'unico documento pittorico certo finora conosciuto dell'artista, rappresenta un documento di altissimo interesse storico per la ricostruzione del profilo critico e artistico di questo personaggio, ancora in attesa di uno studio monografico esaustivo. Databile probabilmente all'inizio del terzo decennio del Settecento, quando Pitti doveva avere poco più di venti anni, il dipinto mostra un linguaggio ricco di raffinata erudizione nel quale sono evidentissimi debiti dalla ritrattistica del maestro Ottaviano Dandini e contatti con alcuni dei giovani pittori fiorentini più promettenti, come Giovan Domenico Ferretti e Vincenzo Meucci.
L'opera sarà pubblicata da Sandro Bellesi in un suo prossimo studio.
€ 6.000,00 / 8.000,00
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