Lotto N. 13

Raffaello Sorbi
(1844 - 1931)

Dante che incontra Beatrice 1863

olio su tela, firmato e datato, in cornice, lievissime cadute di colore
cm 98x76
Esposizioni: La mirabile visione. Dante e la Commedia nell'immaginario simbolista, Museo Nazionale del Bargello, 23 settembre 2021 - 9 gennaio 2022

Tra i temi maggiormente frequentati dagli artisti che partecipano della temperie del Romanticismo storico quelli tratti da
Dante assumono un peso rilevante, in pittura e in scultura, in particolar modo per quanti si fossero trovati a vivere e lavorare a Firenze; tra gli episodi e i personaggi resi celebri dai versi danteschi – come Piccarda Donati, Francesca da Rimini o Pia de’ Tolomei – Beatrice Portinari affascinò molti pennelli e scalpelli. Fanciulla amata da poeta, fu raffigurata più volte anche da Raffaello Sorbi, che dipinse a Firenze negli anni della rivoluzione macchiaiola. Dopo l’esodio nel 1861 con il dipinto Corso Donati ferito dai Catalani a San Salvi presso Firenze, che gli valse a diciassette anni la vittoria al Premio Triennale per la pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze ed essere oggetto di acceso dibattito, per la dipendenza dalla lezione del maestro Antonio Ciseri, si avvicina alla definizione luministica dei Macchiaioli, senza rinunciare all’impianto accademico.
Quest’opera, datata 1863, raffigura il leggendario incontro tra Dante e Beatrice in una Firenze medievale che coniuga elementi ricostruiti di fantasia ad architetture viste dal vivo. La luce calda proveniente da sinistra aiuta il pittore nella definizione dei rapporti tonali, che si avvicinano a quelli sperimentati dai coevi dipinti dei Macchiaioli. Indugiando in notazioni aneddotiche e di costume, si cimenta nella descrizione degli abiti e delle acconciature, esibendo quella maestria nella resa delle superfici che sarà uno degli aspetti maggiormente riconosciuti e apprezzati nel pittore.
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