La Collezione Bucciarelli: libri antichi ed incunaboli

Lotto N. 323

Plutarchus

La Prima [-Seconda & ultima] parte delle vite di Plutarcho

di greco in latino: & di latino in volgare tradotte: & novamente con le sue historie ristampate, [Venezia, Niccolò Zoppino], 1525. In-4° (220x160 mm).
2 pt. in 1 vol.: CCCIII, [1] c. (colophon a c. 2P7v, bianca c. 2P8). Segnatura: A-2P8 - CCXV, [17] c. (colophon a c. 2d7v, bianca la c.2d8). Segnatura: a-2d8 2A-2B8.
Frontespizio della prima parte entro bordura xilografica; frontespizio della seconda parte in rosso e nero in elegante cornice decorata con animali e motivi vegetali su fondo nero. Testo disposto su 2 colonne. Con 23 vignette xilografiche nel testo nella prima parte e 28 nella seconda, attribuite a Giovanni Andrea Valvassore.
Legatura in piena pergamena con titolo calligrafico al dorso. Piccole gallerie di tarlo su alcune carte. Rare gore e sporadiche arrossature. Firma di possesso alle carte di guardia posteriori.
Prima edizione illustrata delle celebri Vite di Plutarco in traduzione italiana, completa del fascicolo aggiunto dopo il colophon, che contiene la vita di Marco Bruto (cc. Aa8-Bb8), assente in molti esemplari. La prima parte, tuttavia, è una ristampa dell'edizione Zoppino-Rusconi del 1518, che Zoppino ripropose nel 1525, riprendendone anche le xilografie, unitamente alla prima edizione della seconda parte. La prima parte presenta la traduzione di Battista Alessandro Jaconello, il cui nome compare a c. A2r; la seconda parte, quella di Giulio Bordoni, il cui nome compare nel colophon
“Le vite di Plutarco in volgare del 1525, successive al volume con lo stesso titolo edito nel 1518 da Zoppino insieme a Giorgio Rusconi e Vincenzo Compagni, sono corredate da numerose piccole xilografie, più di cinquanta, talvolta bipartite in due scenette per ogni personaggio descritto, cui spesso fa da contrappunto il nome scritto per esteso. Pur non essendo contrassegnate da monogramma, è a mio avviso possibile ricondurne la cifra stilistica a Zoan Andrea Valvassore, incisore che suole firmarsi z.a., particolarmente operoso nella tipografia zoppiniana nel decennio 1515-1525 circa. Il suo profilo biografico resta a tutt'oggi ancora misterioso ma certamente la sigla è tra le più ricorrenti nei corredi figurativi del nostro editore” (G. Atzeni, Gli incisori alla corte di Zoppino, in: “ArcheoArte”, 2, 2013, p. 302).
Provenienza: Sotheby Parke Bernet Italia, lotto 530, del 26/11/1980
€ 900,00 / 1.200,00
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