Lotto N. 169
Franz Ferdinand Richter (1693 - 1743)
Gian Gastone de' Medici
(1693-1743)
olio su tela in ovale, in cornice coeva in legno laccato e dorato, alcuni difetti
cm 74,5x56
La seguente scheda tecnica dell'opera è stata realizzata dal Professore Sandro Bellesi nell'ambito dell'inventario dei dipinti della Fattoria Franceschini.
In discreto stato conservativo, la tela raffigura poco più che a mezzo busto Gian Gastone de' Medici (Firenze, 1671 - 1737), terzogenito di Cosimo III e di Marguerite Louise d'Orléans, settimo e ultimo granduca di Toscana della sua dinastia.
In base al confronto del volto del personaggio con quello presente nel grande ritratto dedicato al granduca eseguito intorno al 1735 dal pittore polacco Franz Ferdinand Richter, oggi conservato nella Galleria degli Uffizi, è possibile assegnare allo stesso artista anche l'opera in esame. Raffigurato in armatura anziché in abiti da cerimonia come nell'esemplare museale, Gian Gastone si segnala, come gran parte dei ritratti di Richter, per l'ostentato realismo nella descrizione del volto, dove viene messa umoristicamente in risalto la “bruttezza” dei lineamenti della figura, ben evidente mollezza della guance, nel lungo naso aquilino e nella bocca dalle labbra eccessivamente gonfie o tumide. L'accentuazione dei tratti quasi grifagni della figura trovano ampia rispondenza nel cosiddetto filone umoristico e caricato che, trovando corrispondenza nelle sculture coeve di maestri con Giovacchino Fortini e Antonio Montauti, fu molto in voga nella ritrattistica toscana del primo Settecento.
L'opera sarà pubblicata da Sandro Bellesi in un suo prossimo studio
In discreto stato conservativo, la tela raffigura poco più che a mezzo busto Gian Gastone de' Medici (Firenze, 1671 - 1737), terzogenito di Cosimo III e di Marguerite Louise d'Orléans, settimo e ultimo granduca di Toscana della sua dinastia.
In base al confronto del volto del personaggio con quello presente nel grande ritratto dedicato al granduca eseguito intorno al 1735 dal pittore polacco Franz Ferdinand Richter, oggi conservato nella Galleria degli Uffizi, è possibile assegnare allo stesso artista anche l'opera in esame. Raffigurato in armatura anziché in abiti da cerimonia come nell'esemplare museale, Gian Gastone si segnala, come gran parte dei ritratti di Richter, per l'ostentato realismo nella descrizione del volto, dove viene messa umoristicamente in risalto la “bruttezza” dei lineamenti della figura, ben evidente mollezza della guance, nel lungo naso aquilino e nella bocca dalle labbra eccessivamente gonfie o tumide. L'accentuazione dei tratti quasi grifagni della figura trovano ampia rispondenza nel cosiddetto filone umoristico e caricato che, trovando corrispondenza nelle sculture coeve di maestri con Giovacchino Fortini e Antonio Montauti, fu molto in voga nella ritrattistica toscana del primo Settecento.
L'opera sarà pubblicata da Sandro Bellesi in un suo prossimo studio