Forniture and Old Master Paintings - Second session - III

Lot N. 1145

Simone di Filippo Benvenuto detto Simone dei Crocifissi
(1330 - 1399)

Saint Paphnutius and Saint Onuphrius at Prayer (1365/70)

(1330-1399)
oil on gilded panel, framed, few defects
cm 34x28
Simone di Filippo nacque a Bologna nel 1330 e fu autore di numerosi polittici di grande formato e di piccoli altari destinati al culto privato. Si tratta, pertanto, di un pittore prevalentemente devozionale, caratteristica questa che gli valse nel corso del Seicento l’appellativo di “Simone dei Crocifissi”. Si formò nella fiorente e prolifica bottega di Vitale da Bologna ed in effetti la critica, a partire dall’analisi di Roberto Longhi, ha sempre visto nelle sue scene di disordinata vivacità espressiva, nei volti dolci ed aristocratici delle sue figure femminili e nella sua predilezione per le superfici metalliche decorate, l’impronta del suo maestro, senza dubbio il maggiore esponente del linguaggio pittorico della Bologna della prima metà del Trecento, che si contrapponeva al naturalismo razionale di marca giottesca. Recentemente, soprattutto grazie al contributo di Gianluca del Monaco, a cui si deve l’unica monografia ad oggi esistente su Simone, si è data la giusta importanza anche alle “sollecitazioni in senso spaziale e plastico”, che il nostro pittore seppe ricavare dall’osservazione sapiente dei modelli giotteschi, che lo portarono a preferire una collocazione delle scene in spazi più propriamente tridimensionali rispetto al bidimensionalismo tipico delle superfici dipinte da Vitale. Nell’ambito di questa ricercata ed elevatissima produzione pittorica, si pone anche il dipinto qui presentato. Riconducono, in generale, all’ambito bolognese e, nello specifico, al nostro pittore, la fattura dei paesaggi, composti di piccoli alberi, pieni di fronde e con i tronchi nodosi, e di cespugli, descritti con una naturalistica precisione quasi botanica, l’espressività dei movimenti, la descrizione minuziosa e divertita di certi particolari, come le foglie polilobate che coprono il corpo di Sant’Onofrio, e la severità caricata dei volti dei due personaggi principali. Nella fototeca della fondazione bolognese intitolata a Federico Zeri troviamo inventariate ai numeri 8182, 8183 e 8184 le immagini di tre tavolette, databili tra il 1365 ed il 1370, riferite direttamente dallo studioso a Simone dei Crocifissi e che in origine dovevano fare parte di un polittico bolognese dedicato a Sant’Onofrio (l’anacoreta villoso, venerato il giorno 11 giugno, protettore dei tintori nella città felsinea così come a Firenze) ed in seguito smembrato. Presumibilmente su richiesta della committenza, tutte e tre le tavolette, sotto o accanto alle scene, presentano un cartiglio dipinto di grandezza variabile che riporta, in scrittura trecentesca e ancora perfettamente leggibile, un passo del testo latino della Vita Onuphrii, corrispondente all’episodio rappresentato. Dobbiamo osservare a questo proposito che nessuna delle tre iscrizioni corrisponde esattamente al testo della Vita Onuphrii che è giunto fino a noi. Evidentemente si tratta di una variante della tradizione manoscritta che non si è conservata ed anche per questo la testimonianza storica delle tavolette di Simone risulta particolarmente importante. Di queste tre tavolette, disperse sul mercato antiquario, la numero 8184, che raffigura i Santi Onofrio e Pafnuzio inginocchiati in preghiera, venduta nel 1953 a Roma presso l’antiquario Sestieri e da lì passata in collezione privata a Firenze, riemerge adesso presso Maison Bibelot. La serie è mutila: si deve supporre che altri pannelli completassero il ciclo. I tre episodi conservati, infatti, non rappresentano in modo esaustivo la vicenda dell’incontro dei due santi. Sulla nostra tavoletta Pafnuzio, un monaco che si reca nel deserto dell’alto Egitto per incontrare gli eremiti, ha già incontrato Onofrio ed i due santi sono ora stretti in preghiera. Il diverso abbigliamento dei due personaggi denota gli ambienti differenti a cui appartengono: la tunica coperta da un mantello scuro munito di cappuccio appuntito rivela che Pafnuzio è un monaco cenobita, mentre Onofrio, che oramai da sessant’anni è eremita nel deserto, ha il corpo coperto solo dalla sua peluria e dai suoi lunghi capelli grigi. “Cum autem surgeremus a ce[... psallere ad dominum / et sic permansimus usque ad mane or[... deum p. 1343”: è questa l’iscrizione che compare sulla nostra tavoletta e che termina con la data 1343. Questa datazione fa riflettere, in quanto il dipinto si colloca per ragioni stilistiche, come abbiamo sopra rilevato, in un momento della maturità artistica di Simone, tre la metà degli anni sessanta del Trecento e l’inizio del decennio successivo. Secondo Laura Fanelli che ha recentemente studiato la questione, la data farebbe riferimento alla consacrazione dell’ospedale bolognese di Sant’Onofrio, avvenuta appunto nel 1343. Questa considerazione porta la studiosa ad ipotizzare che proprio per questo edificio fosse stato realizzato da Simone il polittico di cui la tavoletta proposta in asta faceva parte. A sostegno della sua tesi, Fanelli cita anche una notizia dello storico dell’arte seicentesco Carlo Cesare Malvasia, secondo cui, in questo ospedale, si trovava un dipinto duecentesco con la Madonna col bambino al centro, circondato da storie eremitiche aggiunte successivamente. Il fatto che Malvasia descriva quest’opera come “dipinta e descritta” potrebbe giustamente fare riferimento a tavolette come la nostra in cui si uniscono testo ed immagini. Bibliografia: Gianluca del Monaco, Simone di Filippo detto “dei Crocifissi”. Pittura e devozione nel secondo Trecento bolognese, Padova 2018; L. Fanelli, Le storie di Sant’Onofrio nell’ospedale di Sant’Onofrio di Bologna, in A. Malquori (ed.), Atlante delle Tebaidi e dei temi figurativi, Firenze 2013, pp. 156-161. Private Collection, Florence Provenance: Sestieri, Rome
€ 80.000,00 / 100.000,00
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Unsold